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Parola Aperta – Magazine interculturale BENEDETTA MISSIROLI
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La lingua madre come lingua della propria storia, delle proprie radici, in definitiva della propria identità. La Giornata della lingua madre arriva anche a Ravenna, all’interno della Settimana contro il razzismo, sabato 25 febbraio. L’appuntamento, per l’intera giornata, è alla Casa delle Culture, con un programma organizzato dalla Cooperativa sociale Terra Mia, che in questa intervista ci parla, collettivamente, attraverso la voce di Simona Ciobanu.
Da presidentessa della Cooperativa sociale Terra Mia, che significato ha la Giornata della Lingua Madre e da quanto tempo la celebrate?
«Non vorrei rispondere come persona, ma come équipe, perché la lingua madre ha un valore emotivo che ci tocca nel profondo ogniqualvolta la utilizziamo o la sentiamo parlare. Siamo un gruppo proveniente da varie parti del mondo e chi si sposta capisce il valore e il patrimonio affettivo della lingua materna che sta dietro alle parole e che, fino al momento della partenza, è del tutto scontato. La giornata internazionale della Lingua Madre – 21 febbraio- rappresenta per la nostra Cooperativa un momento molto importante poiché offre l’occasione di celebrare il vissuto di ogni persona, le sue radici, le conoscenze e le esperienze che da queste derivano. Festeggiare questa ricorrenza significa riconoscere in ogni persona una parte rilevante nella costruzione della propria identità. Terra Mia festeggia questa Giornata sin dalla sua costituzione, che risale al 2017».

Come si svolgerà il programma del 25 febbraio?
«La giornata di sabato 25 febbraio, organizzata dai mediatori Interculturali di Terra Mia Cooperativa Sociale, con la collaborazione di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, è stata suddivisa in due parti. Durante la mattina, dalle 9:00 alle 12:00, la Casa delle Culture sarà aperta a bambini e famiglie che potranno partecipare a letture animate in lingua madre e giochi da tavolo del mondo di socializzazione e di strategia cooperativa. La seconda parte, dalle 17:00 alle 19:00, vedrà la presenza del giornalista e scrittore TaharLamri, oltre che dei mediatori Interculturali, e sarà rivolta ad una platea di giovani e adulti che condivideranno riflessioni e letture di poesie e racconti in lingua madre».

Per i vostri mediatori interculturali, che operano in diversi contesti tra cui la scuola, che importanza ha la valorizzazione delle differenze linguistiche e in che modo questo lavoro dà dignità alle singole persone?
«La Lingua Madre è la lingua degli affetti, è un codice di comunicazione verbale ed è di fondamentale importanza, fa parte di noi, della nostra identità e sembra talmente naturale che spesso si dà per scontato il valore e l’importanza che assume per ognuno di noi. E’ una caratteristica fondamentale della persona poiché le consente non solo di comunicare, ma soprattutto di esprimere sé stessa, in ogni aspetto. Valorizzare la lingua madre significa anzitutto non svalutare le conoscenze e le competenze delle persone, riconoscendogli un potenziale comunicativo, relazionale e di interazione consapevole e profondo. Fin dalla sua costituzione, la Cooperativa Terra Mia ha promosso iniziative di valorizzazione delle lingue madri rivolte alle scuole e in generale a tutta la cittadinanza, venivamo da un’esperienza pluriennale come associazione e fin da subito abbiamo capito l’importanza della conservazione di un patrimonio che ci sembrava tendesse ad essere rimosso o dimenticato una volta trasferiti in Italia. Coltivando la conoscenza e l’uso della Lingua Madre si apprendono e si consolidano modelli di vita quotidiana, convenzioni culturali, sociali e tradizionali e si aumenta la conoscenza del sé e delle proprie radici. Si crea una reciprocità e uno scambio di esperienze e vissuti che incoraggio lo sviluppo intellettuale e concettuale dell’individuo, incrementando un benessere favorevole alla vita sociale e culturale di tutti. Purtroppo, quando si parla della lingua madre, sembra che si faccia riferimento alle lingue straniere e l’Italiano e i vari dialetti sembrano scontati, noi cerchiamo di far leva su questa consapevolezza: qualsiasi lingua ti vibra nel cuore deve essere celebrata perché fa parte intrinseca del tuo patrimonio intimo».

Riconoscere il plurilnguismo è una forma di anti-razzismo?
«Mi sembra curiosa questa associazione: plurilinguismo e anti – razzismo; il fatto di parlare più lingue o di conoscere più culture non è una forma di anti-razzismo secondo me, ma sicuramente ti apre altri orizzonti, ti fa cercare te stesso e nello stesso tempo conoscere/ riconoscere l’altro come specchio di te».

Conoscere, praticare e riconoscere la Lingua Madre è fondamentale per promuovere consapevolezza e benessere in maniera diffusa. Alla luce dei dati attuali emerge uno scenario che diverge negli ultimi anni, infatti, se fino a 5 anni fa era considerato stringente l’apprendimento della Lingua seconda per agevolare il vissuto dei migranti in

Italia, ora le statistiche evidenziano l’esigenza di coltivare la Lingua Madre da parte degli studenti al fine di migliorare il loro benessere psico-socio-culturale.

Il plurilinguismo, così come la Mediazione Interculturale, si inseriscono in questo contesto come strumenti strategici per prevenire atteggiamenti conflittuali, poiché in grado di bilanciare l’esigenza di accertamento dei diritti, universalmente concepiti ed eguali per tutti, con il bisogno di riconoscimento delle diversità culturali, particolarmente difficili da tradurre in termini normativi.

– C’è un aneddoto che le viene in mente, pensando alla sua storia personale o a quella dei suoi mediatori, rispetto al fatto che mantenere in vita la propria lingua madre (quindi non rinunciando alle proprie origini e alla propria identità) abbia un’importanza notevole, magari da altri sottovalutata?

Noi, come cooperativa, abbiamo sempre sottolineato l’importanza della lingua madre suggerendo alle famiglie che abbiamo incontrato di continuare a parlare con i propri figli nella lingua del cuore. Le parole hanno un carico emotivo notevole e fanno parte della nostra storia, assumono vari significati in base al contesto e alle persone che le usano. Come persona ho sempre parlato in rumeno con i miei famigliari, mi ricordo per esempio che tanti anni fa, rispondendo ad una telefonata in italiano, mi sono girata verso mia mamma e le ho detto una frase in italiano, mi ha guardata a lungo poi mi ha detto: cambia matrice linguistica, quando parli questa lingua non sembri mia figlia.

Di corroio